In Italia l’impresa opera in regime di economia di mercato dove esiste concorrenza fra imprenditori esercitanti la stessa attività. L’economia di mercato esiste anche nell’Europa unita e in molti paesi nel resto del mondo.
L’imprenditore mira ad avere i migliori fattori di produzione per poter conseguire la massima redditività del capitale investito.
Tra questi fattori di produzione di notevole entità, ci sono i prestatori di lavoro dipendenti.
Il costo dei prestatori di lavoro, unitamente ai contributi sociali, è notevole. Conseguentemente il costo del lavoro è condizionato dalla produttività del personale e dei conseguenti costi accessori.
- Art. 2082 c.c. – l’imprenditore esercita professionalmente un’attività economica organizzata ai fini della produzione di beni e di servizi.
- Art. 2086 c.c. – l’imprenditore è capo dell’impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori.
- Art. 2087 – l’imprenditore deve adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro
Da tempo immemorabile esiste conflitto di interessi fra imprenditori e sindacati. Gli imprenditori mirano ad ottenere la massima produttività nella e nella professionalità del lavoro svolto che ottenuto, merita il premio di risultato. I sindacati, che poco si preoccupano della professionalità, tanto è vero che non si sono mai preoccupati dell’apprendistato e dell’aggiornamento professionale, mirano ad assicurare il contratto a tempo indeterminato e rifiutano la discriminazione su fattori negativi come l’assenteismo e la mancanza di lavoro in squadra.
Lo dimostrano in forma macroscopica:
- l’interminabile discussione sull’art. 18
- l’opposizione al lavoro saltuario e alla cooperativa di lavoro che si stanno affermando sempre di più
- l’opposizione alla flessibilità
- l’opposizione al lavoro precario che è una possibilità di approccio positiva per coloro che hanno voglia di lavorare che vengono assunti se forniscono prestazioni positive
- la ricerca di un lavoro certo e continuativo dalla culla alla bara, soprattutto negli enti pubblici
- l’opposizione al telelavoro presso l’abitazione del lavoratore, sempre di più possibile per effetto dell’evoluzione dell’informatica e della telematica
Il risultato è che l’imprenditore cerca altrove la manodopera più qualificata a dare le prestazioni complete che costano complessivamente meno. Lo dimostrano le diverse centinaia di imprese italiane che hanno trasferito attività all’estero in paesi, non solo europei, che consentono di soddisfare le esigenze e le aspettative potenzialmente attendibili.
Vittorio Ladelli, 31/1/2012