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Si parla sempre di Tradizione come se fosse un dato aprioristico, ovvio. Tradizione – letteralmente parlando – significa “passare di mano in mano” la cultura nella sua più ampia accezione, i portati di una razza, di un popolo, di un ceppo, ove le conoscenze, gli usi e i costumi che sono stati patrimonio dei padri vengono trasmessi ai figli. In termini moderni potremmo dire che vi è trasmissione di codici genetici che dovrebbero rimanere inalterati per dare continuità alla fisionomia di un ceppo.
La Tradizione Occidentale ha avuto un suo focolare primigenio che ha alimentato le fiamme della Conoscenza e attorno a cui fan circolo tutti per attingervi Calore e Luce.
Seguire la Tradizione, quindi, significa non allontanarsi da quel focolare, alimentandolo continuamente, riconoscendolo come proprio centro calorifico che deve essere sempre presente nello scorrere del tempo, anche se gli avvenimenti esteriori mutano per il naturale cammino ciclico delle cadenze temporali. Mescolare tra di loro le Tradizioni significa allontanarsi dal proprio focolare e ogni volta che ci si allontana si perde di vista il punto di riferimento che alimenta e sostiene la nostra vita nelle sue molteplici espressioni.
E questo è accaduto in Occidente che non ha saputo dare continuità alla sua Tradizione. La vita che stiamo vivendo, le nostre vicende culturali sono sotto gli occhi di tutti come testimonianza di questo allontanamento. Cos’è dunque la Tradizione Occidentale ? La vecchia e vera Tradizione Occidentale è una via che sperimenta e che fugge da ogni cerebralismo, da ogni astrazione, da ogni misticismo.
È la via dell’operosità costruttiva che si basa sulla conoscenza dei rapporti che esistono tra i vari piani dell’esistenza, non solo per rendere più agevole la vita sociale, ma per poter condurre l’Uomo verso una sua trasmutazione, sfruttando la conoscenza delle Leggi di Natura. È quindi una vita attiva, che ben si esprime nel detto benedettino “Ora et labora”. La conoscenza di queste correlazioni, l’osservazione profonda delle leggi che regolano ogni processo creativo, il rapporto armonico che si stabilisce tra i vari esseri, le modalità di intervento da parte dell’uomo in questi processi senza portare scompensi nel Creato, sono l’essenza della Tradizione Occidentale.
In questa Via tutto ciò che è parto del cervello non ha alcuna importanza se non trova i suoi riscontri nella pratica e nella sperimentazione. È la tradizione che seguirono gli antichi Celti e gli antichi Germani, è la via dei Maestri, Druidi, che seppero estrarre la

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“Quintessenza” dalle piante, seguendo e riconoscendo le leggi della Natura. È la Tradizione degli antichi bardi e scaldi che seppero cogliere ed usare il “fulmine di Dio”, “la scintilla divina”, rappresentato simbolicamente dall’Ureus.
È il potere dell’Intuizione che indaga il Simbolo per farlo proprio e per esprimere appieno la propria natura e la piena Coscienza del divino che è in noi. Tale Tradizione oggi è riscontrabile nel rifiorire della cultura celtica che sul nostro territorio ha avuto una preponderanza ed una importanza quasi unica nel suo genere.
Basti studiare a fondo la storia, tutta, delle grandi civiltà che si sono susseguite, da quella antica dei Camuni (risalente all’8.000 a.C.), a quella dei Vasi a bocca quadrata, di Lagozza, Canegrate, Polada, Golasecca, La Thène, Hallstatt, che oggi purtroppo nessuno pare conoscere o voler riconoscere. Una storia che è sempre stata “scomoda” per i salotti degli intellettuali filo-romani, latinisti, che sostengono con fermezza la poca importanza di tali civiltà. Ed invece noi possiamo sostenere il contrario, affidandoci a studiosi che nel loro campo sono importanti ed altamente professionali, come Corbella, Minella, Giovenzana, Ciola, Kruta, e tanti altri tra archeologi, geologi, archeo-astronomi, ed antropologi che ci hanno fornito negli ultimi anni validi ed utili strumenti per rintracciare a fondo il nostro grande patrimonio culturale, che altrimenti sarebbe andrebbe perso.
Sta a noi saper cogliere l’occasione per dimostrare innanzitutto a noi stessi e poi agli altri che i Celti siamo noi, che il nostro DNA si è formato col substrato celtico, che l’Anima Celtica è imperitura ed ancora Viva.
(Articolo inviato da un lettore)
